giovedì 7 maggio 2009

Recensione di "Never Alone" di Sacha Naspini -Voras edizioni

Qualche anno fa mi è capitato di leggere il primo romanzo di Sacha Naspini, il bellissimo “L’ingrato”, pubblicato da una piccolissima casa editrice toscana. Sono rimasto incantato dalla sua scrittura così elegante e fluida, così misurata e allo stesso tempo capace di far esplodere i sentimenti e di coinvolgere il lettore in questo suo gioco. Lo stile ricordava le migliori opere del Novecento italiano. Ricordo che, nel leggere, pensavo che Sacha Naspini fosse un uomo di età avanzata, eppure la quarta di copertina diceva che era nato nel ’76.
Poco dopo, ho acquistato il suo secondo romanzo che si intitola “I sassi”. Beh, mi sono ritrovato a sfogliare un noir sapientemente scritto, una storia costruita alla perfezione, in un crescendo di tensione. Lo stile, questa volta, era molto più veloce, asciutto, le parole taglienti, i personaggi sembravano usciti da un film di Tarantino in stato di grazia. E mi sono chiesto se non mi fossi sbagliato, se si trattasse davvero dello stesso autore. Due storie e due stili così lontani che rivelavano la stessa mano solo per la capacità linguistica e la confidenza con la scrittura.
Poi ho letto altri suoi racconti su antologie varie, e ogni volta Sacha Naspini mi sorprendeva perché non era mai uguale a se stesso.
Poi è stata la volta di “Diario di un serial killer”, uno strano romanzo uscito per il circuito delle edicole. Insomma, una sorpresa continua e la conferma di avere a che fare con un autore maturo, consapevole e completo.
Nel corso del tempo, ci siamo contattati e conosciuti e ho scoperto che Sacha Naspini è anche una persona molto umile e simpatica, a differenza di tanti altri autori.
Per questo, avere tra le mani questo suo nuovo lavoro, “Never Alone”, pubblicato dalla nuova casa editrice Voras edizioni, è non solo un piacere ma anche motivo di orgoglio, per me.
Quando Sacha ha mandato il manoscritto ancora inedito, ha detto che si trattava di una bozza della quale non era soddisfatto e si è subito dichiarato disponibile a riscriverlo, a cambiare delle parti, a completarlo. Io, mentre lo leggevo, pensavo: ma questo è matto! Ha scritto una cosa bellissima, intrigante, una gioia per gli occhi e, tuttavia, non se ne rende conto! Da lì all’innamorarmi di questo autore, il passo è stato veloce.
Il romanzo Never Alone tratta con lucido distacco il tema del bullismo, ma lo fa in maniera sottile e alienata, con una semplicità disarmante. La storia è incentrata sul rapporto quasi morboso tra due ragazzini coetanei, Art e Ruben, che, in qualche modo, rappresentano due facce della stessa medaglia. I loro caratteri sono opposti e complementari e il loro legame sembra far bene a tutti e due. Art è decisamente quello più sicuro di sé, quello che non teme nulla o, se lo fa, non lo lascia trasparire. Ruben è più timido, quasi succube delle angherie degli altri compagni.
Il loro legame sembra proseguire senza grandi problemi, fino a che non arriva Edith, una ragazzina di cui Art si innamora. Da qui nascono gelosie e la figura della ragazzina fa scaturire un lato insospettabile del carattere di Ruben. Ma il peggio arriva quando, un giorno, spunta una pistola che diventerà la protagonista del racconto, quasi il collante tra le due personalità che tendono ad allontanarsi.
La narrazione si sviluppa in modo naturale, fluida e la tensione non cala mai, non cede fino all’ultima pagina, rivelando le crepe che minano non solo i due protagonisti, ma in fondo anche le basi della nostra società.
Descrivere in qualche modo la fragilità sociale attraverso gli occhi di due ragazzini è stata una scelta molto felice che si è concretizzata in questo bel libro in cui le voci dei due ragazzini si alternano fornendo un quadro completo e quanto mai inquietante di ciò che si sta svolgendo.
Non mancano i colpi di scena e i dubbi trovano risposta soltanto nel finale.
Insomma, non posso fare a meno di consigliarne la lettura: non ve ne pentirete!

8 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Ammetto che questo testo mi incuriosisce... l'ho adocchiato qualche settimana fa, quando ho sbirciato sul sito della VORAS ^_^

M.P. ha detto...

Glauco, sempre più veloce della luce! :)
Devo dire che per me è un buon testo, davvero! Se vuoi acquistarlo, prova a richiederlo alla tua libreria oppure rivolgiti alla casa editrice.

Voras ha detto...

Grazie, Max. Ho segnalato la tua recensione nel nostro blog.

Anonimo ha detto...

Concordo con Max...Never Alone è una gran bel romanzo!!!
Complimenti ancora Sasha

Anonimo ha detto...

bravo max,bellissima recensione,come bellissimo è il libro!un abbraccio dalla tua maga magò

M.P. ha detto...

Grazie, cara Maga Magò! Tra breve (quando avrò più tempo e più voglia) scriverò anche una recensione al bel libro di Luca Martini, "La geometria degli inganni"... approfitto del fatto che ho avuto occasione di presentarlo, e quindi ne ho già scritto una buona parte.

Anonimo ha detto...

Ciao Max, scusa il terribile ritardo ma in questo Pc non avevo la tua casella mail. Volevo ringraziarti per aver letto il mio racconto "Dalla Riviera" e per gli interessanti commenti.
Sono contento che ti sia piaciuto. Riguardo alla sensazione dell'imbuto...era proprio quella la sensazione che volevo trasmettere al lettore, una discesa senza scampo sempre più giù, sempre più in fondo, senza possibilità di aggrapparsi a nulla. Solamente lasciarsi trasportare dalla corrente fin dentro le viscere di un mondo sconosciuto.
Grazie per il tempo e la disponibilità concessa.
Ciao ciao

M.P. ha detto...

Ciao, Luca! Grazie a te. Per me è stato un piacere leggere il tuo racconto (e chissà, da cosa nasce cosa). Ora leggerò l'altro breve che mi hai mandato. A presto!